Ciao ragazzi per chi non lo sapesse oggi parliamo di Calabrisi ok cominciamo 👍🏻👍🏻
Perché un ragazzo (lui) che pubblica su instagram contest sulle sue patatine preferite, o cantanti, panini del McDonalds, marche di telefoni, pizze risulta così interessante?
Perché è vero, è tangibile, non presenta un modello di vita irraggiungibile da noi comuni mortali e non gliene frega niente di quello che potenzialmente gli potrebbero fruttare queste centinaia di migliaia di visualizzazioni sui social.
E perché lo fa allora?
Il suo è puro piacere di condivisione della sua quotidianità senza quella morbosità che pervade i profili degli influencer™️ e creator™️. Sappiamo che mangia teneroni, sofficini condonblè e pizzelle e ultimamente ci mostra anche gli outfit. Ma basta, ho dubbi anche sul suo nome vero.
Ci mostra la vita reale senza inutili orpelli, la routine di un ragazzo (presumibilmente minorenne) della provincia calabrese non stereotipata. Neanche gliene frega niente di bere e ostentare la Brasilena.
Lui non lo sa, ma noi proviamo un forte senso di invidia. Non lo fa sicuramente apposta, ma quello che ci mostra regolarmente non è altro che tutto quello che noi stessi vorremmo sotto sotto vivere: un autista del bus che ci chiede quattro volte dove dobbiamo scendere così ce lo ricorda, un amico fedele (Domenico nel suo caso) costretto ad accollarsi ogni sua cagata anche se va detto che ultimamente sembra averci preso gusto, una mamma (mai comparsa nei suoi video e che quindi conferma l’assoluto rispetto della privacy altrui di Calabrisi) che se glielo chiedi per piacere ti porta a fare colazione a Mc e un* amic* che si definisce Tomboy (Rossella Rosario) alla faccia delle aspettative su pregiudizi omofobi che noi del nord abbiamo verso le persone del sud e che in quanto a genuinità possono solo insegnarci qualcosa.
In un mondo in cui i social hanno contribuito a confondere i confini tra la sfera pubblica e quella privata, in cui l’ostentazione è diventata essenziale per dimostrare di essere qualcuno e fare business, Calabrisi vuole solo andare a mangiare una pasta al sugo da BACCOETABACCO a Catanzaro Lido.
Le persone come lui preservano l’humus di un luogo abdicando all’omologazione a cui siamo costretti noi delle medio-grandi città settentrionali ormai deviate alla creazione di brand lasciando indietro chi quel luogo lo ha reso tale.
VITA LENTA UN CAZZO
Da un po’ di tempo ai paesini del sud e alla loro esistenza viene associato il concetto di “vita lenta”. L’anziano che gioca a carte, la signora che stende i panni, un gabbiano e una sedia al tramonto sono tutte falsità di un mondo frenetico e di società che ci occupa abusivamente ogni spazio libero. La vita è quella di un tettuccio scassato di un’auto dove Calabrisi canta Anna Pepe. Nel regno del già visto, del già detto, del già sentito lui è l’inaspettato che ci porta a non capire nulla e a dover riguardare le challenge con Domenico due, tre, quattro volte perché sono universi inediti e non sappiamo ancora come muoverci al loro interno.
Non lo ha fatto apposta ma ha creato un microcosmo senza odio in cui la gente si interfaccia con lui nella più totale gentilezza. Con ironia, certo, ma intrisa di simpatia ed empatia nei suoi confronti. Perché se Calabrisi è il reale, il reale è ciò che il realismo è costretto di continuo a sopprimere.
È paradossale come un ragazzo che si autoespone sul web quotidianamente, mentre fa la spesa al supermercato, mangia nei fast food e mostra il suo outfit possa dare questa impressione/speranza di emancipazione dal capitalismo. Sarà il suo entusiasmo nel fare un giro al parco Gaslini di Catanzaro Lido, o il non saper distinguere le tute dai jeans chiamando tutto “pantaloni classici”, non lo so. Il capitale ha inglobato tutta la nostra cultura, ne assecondiamo passivamente le logiche e le dinamiche, per cui non stupisca se a farlo è anche un ragazzino calabrese. Il bello è che nessuno ha aspettative su di lui, inteso nel senso positivo del far vivere la propria vita a un ragazzo a cui non frega assolutamente niente di apparire come secondo l’algoritmo della società dovrebbe apparire chi ha una media di mezzo milione di visualizzazioni ad ogni video, in cui tra l’altro parla veramente del nulla. A volte pubblica dei video in cui mostra e i suoi outfit e nel voler dire in che negozio li ha comprati (o glieli ha regalati in cambio di una sponsorizzazione) non si ricorda i nomi e non lo dice passando oltre senza farsi troppi problemi.
E poi alcune cose sono incomprensibili. (tipo questo video)
Il mio consiglio è quello di controllarlo regolarmente su instagram e forse dopo del tempo qualche concetto sarà chiaro per scoprire che non ho parlato a vanvera.
O forse tutto questo è per dire che ci sono ancora alcune copie di